stazione portici

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Il progetto della piccola stazione, commissionato alla fine degli anni ’80, doveva svilupparsi a ponte sulla linea del ferro, profonda oltre cinque metri, in sostituzione di un elegante manufatto decò del 1927. Si è pensato di realizzare una struttura ad arco in acciaio quasi a sostegno del ponte gettato sulle due spalle del viadotto.

La hall, con biglietteria e servizi igienici, è pavimentata con grosse lastre di granito rosso Baveno e Serizzo Valmasino. Le pareti sono rivestite con piastrelle bianche 10×10 alternate con una greca in piastrelle nere. Tutte le finiture interne in ferro sono state verniciate in bianco, mentre l’intera struttura è stata rifinita in Verde Inghilterra.

L’ ingresso, coperto da una poderosa pensilina sorretta da due sfere, è rimarcato da un rivestimento in blocchi di pietrarsa e calacatta macchia oro e da due lampioni, sormontati da sfere di vetro bianco opalina. Nel suo complesso il manufatto presenta un carattere fortemente legato alla tradizione liberty del luogo che dall’inizio del secolo scorso, fu meta ambita per villeggiature eleganti. Il gradimento popolare nei confronti dell’opera, inaugurata solo quest’anno, appaga ampiamente gli sforzi profusi per il suo completamento.

The design of the small station, ordered by the end of the eighties, was supposed to stretch over like a bridge on the iron track line that was more than 5 meters deep. It was meant to replace an elegant decò building of 1927. An arched steel structure ready to support the bridge that is over the back of the railway viaduct is under construction. The hall, together with the ticket office and the toilets are paved with large red Baveno and Serizzo Valmasino granite slabs.

The walls are covered with white 10×10 tiles interchanged with a line of black tiles. The internal iron finishing is painted white while the whole structure is painted green. The entrance, covered by a huge station canopy that is supported by two spheres, is defined by a coat made up of a block of Pietrarsa stones and gold Calcatta marble and by two lamps headed by milk-glass spheres.

Autore/Author: Nicola Pagliara

Nato a Roma nel ’33, conclude gli studi di Architettura nel ’59, e si dedica alla carriera universitaria ottenendo la cattedra di progettazione nel ’72. Dei primi anni di professione è la centrale telefonica di Benevento. Un particolare interesse per l’architettura mitteleuropea, per il futurismo italiano ed il costruttivismo russo, lo hanno portato a compiere molti viaggi di studio all’estero ed a scelte linguistiche vicine al mondo delle prime avanguardie

. Dopo aver progettato negli anni ’70 essenzialmente edifici in pietra, in occasione del progetto dell’impianto di sollevamento AMAN a Capodimonte (NA), analizza e verifica le possibilità concrete di un recupero espressionista del ferro e della pietra. In questo filone produce fra il ’70 e l’80 molte opere raffinando le tecniche della costruzione e l’uso dei materiali. I suoi riferimenti resteranno per tutta la vita i grandi Maestri americani e tedeschi e sarà attratto in particolare da Wagner e la sua Scuola. Con quel mondo, tra espressionismo ed etica della tettonica, lavora negli ambiti più vari con risultati sempre contenuti in un estremo rigore metodologico. Vive e lavora a Napoli.

Born on 1933 in Rome, he graduated in Architecture in 1959 and worked at the University. He became professor in design in 1972. During the first year of his career he designed the telephone central in Benevento. His special interest for the central European architecture, the “Italian Futurismo” and the “Russian Costruttivismo” brought him to travel a lot and use a modern language. During the seventies he designed mostly stone structures.

Later on, thanks to the plan of an AMAN lifting device in Capodimonte (Naples), he has analyzed and evaluated to use again stones and steel in an expressionistic way. According to this idea he produced several creations during the seventies and eighties refining the construction techniques and the use of materials. The great American and German masters especially Wagner and his school have always been his inspiration. He is extremely versatile and uses a rigid methodology. He lives and works in Naples.