Avellino – Iconografia di una città

Avellino – Iconografia di una città

Ne sono convinto. Il piacere di conservare vecchie immagini di Avellino, il proliferare di siti che propongono e raccolgono foto di luoghi della città ormai scomparsi, esposizioni in locali pubblici o su calendari pubblicitari di spazi urbani ormai perduti da anni, il nascere di gruppi di cittadini motivati che difendono sui media e con manifestazioni di piazza luoghi o monumenti che ritengono in pericolo, ebbene non sono altro che il desiderio, fino ad un certo punto inconsapevole, degli avellinesi di ritrovare quello che hanno perduto: il genius loci.

Non mi riferisco alla divinità pagana che identificava il luogo con un dio ma al moderno concetto che individua il complesso socio-culturale, l’insieme di architetture, di abitudini, di linguaggio, di suoni, di odori, di cose materiali e immateriali, in una parola la città. Ci sono responsabili per questo delitto, per questo crimine? Perché di questo si tratta.

Non basta ricercare le responsabilità in eventi bellici, in trasformazioni economiche o catastrofe naturali. Io penso che i primo responsabili, quelli che hanno costretto il genietto ad andare via siano stati l’interesse di chi ha scelto solo ed esclusivamente il vantaggio diretto e personale, e poi l’ignoranza, il non voler sottoporsi ad uno studio approfondito, il desiderio di apparire e tramandarsi legando il proprio nome all’effimero.

Un esempio? In una fotografia del 43 si vedono soldati americani da poco entrati in città che si muovono in perlustrazione tra i ruderi della Dogana bombardata.

Ebbene trovo molto più dignitoso quell’edificio in quelle condizioni di quanto non lo sia oggi, ingabbiato da anni e sommerso da erbacce e rifiuti. Nella prima foto il genietto c’era ancora, oggi non più. E se ne è andato da tanti altri luoghi di Avellino. Penso se ne sia andato da Avellino. Guardando le immagini di questa mostra e mettendole a confronto con la situazione attuale ve ne renderete conto.

Si può fare qualcosa per invertire la tendenza, per farlo ritornare? Gli unici che possono riuscirci sono i giovani ma si debbono impegnare ad amarla, a rispettarla a difenderla, a tenere lontano approfittatori e vanagloriosi e lo debbono sapendo che ci vorranno anni per ottenere qualcosa.

Fulvio Fraternali

Curatore della mostra

La mostra è ambientata virtualmente nella Chiesa di Santa Maria del Rosario a Portamedina – 1568 Congrega dello Spirito Santo, attualmente sede di aniai Campania destinata ad eventi espositivi e convegni.

Evento realizzato in partnership con:

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