Prospetto antico chiesa della Cesarea
Si deve alla generosa iniziativa di Annibale Cesareo, segretario del Sacro Regio Consiglio, la fondazione, nel 1601, della chiesa di Santa Maria della Pazienza e dell’annesso ospedale nel territorio agricolo di San Mandato, prospiciente l’Infrascata, la strada che collegava il centro storico e i casali del Vomero. Il Cesareo riservò a sé e ai suoi discendenti il perpetuo patronato del complesso, perciò detto “Cesarea”.
Continua a leggereInterno antico chiesa della Cesarea
Facciata
Del complesso fondato dal Cesareo (1601) resta oggi visibile, nella sua antica configurazione, la sola chiesa, restaurata a più riprese dal XVIII secolo: Costantino Manni opera una ristrutturazione nel 1733 e, due anni dopo, gli succede Tommaso Eboli. Si documenta, poi, intorno al 1760, la presenza di Niccolò Tagliacozzi Canale. La struttura architettonica del Complesso della Cesarea rispecchia i caratteri del linguaggio elaborato nell’epoca della Controriforma. Nonostante le diverse stratificazioni, Barocco e Tardo-barocco contraddistinguono le scelte formali generali.
Continua a leggereDettaglio facciata, Vergine con il Bambino
Scultura in marmo di Carlo Mele ( Sant’Arsenio 1792 – Napoli 1891) - nicchia centrale nel portale della facciata .
Il gruppo scultoreo, dalle chiare caratteristiche barocche, presenta forme ricche ed elaborate: le profonde pieghe della veste della Vergine e le ciocche evidenti dei capelli, la volumetrica plasticità delle figure creano movimentati effetti chiaroscurali; la scioltezza dei gesti si atteggia nei modi devozionali aderenti ai dettami della Controriforma, soprattutto nella posizione del Bambino, con una mano al petto. Ma la resa vivace di un’iconografia tradizionale - insieme alla chiara perizia tecnica - rende l’opera particolarmente “funzionale” all’accoglienza del fedele che sta per varcare il portale d’ingresso. Alla base vi sono due antiche lapidi che fanno riferimento alle prime vicende del Santuario.Dettaglio timpano
Stemma papale e stemma Cesarea sulle ante del portale
Navata Centrale
L’impressione immediata, entrando nella chiesa, è quella di essere immersi in uno spazio ampio ed equilibrato. Dal punto di vista architettonico, infatti, la chiesa di Santa Maria della Pazienza è impostata secondo una pianta tipica del periodo della Controriforma, cioè un’unica grande navata con cappelle laterali, in questo caso separate da dieci grandi arcate a tutto sesto, 5 per ogni lato; non presenta transetto, ma una tribuna che collega al presbiterio ed all’abside.
Continua a leggereNavata Centrale
Tribuna, presbiterio e abside di Santa Maria della Pazienza
Dettaglio abside
Originariamente collocata nella quarta cappella a sinistra, dopo il Concilio Vaticano II e la trasformazione del presbiterio, dell' altare e dell'abside, la tavola è stata posta sopra l'altare maggiore. Sul frontone del trono marmoreo compare il titolo 'Mater Patiens' e, sui sottostanti piedritti, i simboli della 'pazienza' in bronzo dorato: la croce, il calice, l'ancora e le spine. L'immagine della Vergine è a mezzo busto, posta su di un fondo verde e blu; presenta eleganti forme manieriste ed è arricchita da una corona ed un'aureola d'oro .
Continua a leggereTavola ' Santa Maria della Pazienza'
SANTA MARIA DELLA PAZIENZA (seconda metà del ‘500)
Tavola in legno dipinta ad olioCm 50 x 40
Ignoto manierista del ‘500
Continua a leggerePresbiterio Santa Maria della Pazienza
Purtroppo, con un intervento decisamente discutibile, l’altare originario è stato smontato e rimosso dopo il Concilio Vaticano II (anni ’60 del ‘900) per l’adeguamento ai nuovi criteri liturgici. Le varie parti delle lastre marmoree sono state rimontate alle spalle dell’attuale altare per creare la sede presidenziale e gli sgabelli per i ministri; altre lastre sono state utilizzate con funzione decorativa nella quinta che separa il presbiterio dall’abside.
Continua a leggereTransenna barocca in marmi policromi
Commesso marmoreo dell'altare originale
Altare seicentesco
COMMESSO MARMOREO DELL’ ORIGINARIO ALTARE ( seconda metà del ‘600, completato nel ‘700)
Marmi policromi di maestranze napoletane
Presbiterio
Continua a leggereSantissima Trinità
SANTISSIMA TRINITA’ (1730-32)
Colori ad olio su intonaco
Di G. B. Lama
Volta a botte del presbiterio
Continua a leggereMonumento funebre di Annibale Cesareo
MONUMENTO FUNEBRE DI ANNIBALE CESAREO ( 1611-1613)
Struttura in marmo bianco di Carrara e marmo nero; statua ed angioletti in marmo bianco di Carrara.
di Michelangelo Naccherino (Firenze 1550-Napoli 1622)
Tribuna, parete sinistra
Continua a leggereTele soprarchi
ALLEGORIE DELLE VIRTU’ ( 1730-1732 e 1761) La Carità, l’Ospitalità, l’Abbondanza, la Misericordia, la Sapienza, l’Onore, la Saggezza, la Concordia, la Provvidenza (1730- 1732)
9 tele dipinte con colori ad olio di Giovan Battista Lama ( Napoli 1673-1748 )
Continua a leggereTela con Allegoria delle Virtù di G.B. Lama (1730-32)
Tela con Allegoria delle Virtù di G.B. Lama (1730-32)
Tela con Allegoria delle Virtù di G.B. Lama (1730-32)
Tela con Allegoria delle Virtù di G.B. Lama (1730-32)
Tela con Allegoria delle Virtù di G.B. Lama (1730-32)
Fuga in Egitto
LA FUGA IN EGITTO (prima metà del ‘600)- Olio su tela
Di Hendrick van Somer (Errigo fiammingo) – Amsterdam 1607 - ? 1684
Tribuna parete destra
Continua a leggereNascita di Maria
NASCITA DI MARIA ( 1700)
ANNUNCIAZIONE (1700)
2 tele ad olio
Di Nicola Malinconico ( Napoli 1673- 1727)
Tribuna parete destra e p. sinistra
Continua a leggereAnnunciazione
NASCITA DI MARIA ( 1700)
ANNUNCIAZIONE (1700)
2 tele ad olio
Di Nicola Malinconico ( Napoli 1673- 1727)
Tribuna parete destra e p. sinistra
Continua a leggereS. Giuseppe col Bambino
S. GIUSEPPE COL BAMBINO ( 1700)
Olio su tela - Di ignoto pittore della scuola di Solimena - Terza cappella, sull’altare della parete centrale
S. Giuseppe è seduto frontalmente, ha il Bambino Gesù in grembo ed un giglio in una mano; un angioletto mantiene una corona di fiori, vivacemente resa, sopra la testa. In quest’opera, settecentesca, è riscontrabile un solido impianto sia nelle figure classicheggianti, che nella composizione quasi piramidale. Evidente è il contrasto cromatico che fa risaltare le figure.
Tela con 'Storie della vita di S. Gennaro' di N. Malinconico (1700)
S. Giuseppe falegname
S. GIUSEPPE FALEGNAME (1700)
MORTE DI S. GIUSEPPE (1700)
2 tele ad olio di Oronzo Malinconico (1661-1709) - Terza cappella a dx, pareti laterali
Il pittore, fratello maggiore del più apprezzato Nicola, si formò alla bottega del padre e, anch’egli, mostra un linguaggio formale che tende a fondere elementi seicenteschi – soprattutto gli effetti luministici ripresi da Luca Giordano, con la lezione della pittura di Solimena. Nella prima tela il Santo, in modo affettuoso, anche se enfatizzato, si volta verso Maria ed il piccolo Gesù, che si avvicinano mentre sta lavorando il legno.Nella seconda tela, che rappresenta la morte di S. Giuseppe tra Maria e Gesù, quindi un tema più drammatico, si riscontra una maggiore espressività ed un senso di teatralità nei gesti delle figure e nella composizione. Sulla sinistra si evidenzia S. Michele Arcangelo che schiaccia Satana.Morte di S. Giuseppe
S. GIUSEPPE FALEGNAME (1700)
MORTE DI S. GIUSEPPE (1700)
2 tele ad olio di Oronzo Malinconico (1661-1709) - Terza cappella a dx, pareti laterali
Il pittore, fratello maggiore del più apprezzato Nicola, si formò alla bottega del padre e, anch’egli, mostra un linguaggio formale che tende a fondere elementi seicenteschi – soprattutto gli effetti luministici ripresi da Luca Giordano, con la lezione della pittura di Solimena. Nella prima tela il Santo, in modo affettuoso, anche se enfatizzato, si volta verso Maria ed il piccolo Gesù, che si avvicinano mentre sta lavorando il legno.Nella seconda tela, che rappresenta la morte di S. Giuseppe tra Maria e Gesù, quindi un tema più drammatico, si riscontra una maggiore espressività ed un senso di teatralità nei gesti delle figure e nella composizione. Sulla sinistra si evidenzia S. Michele Arcangelo che schiaccia Satana.Flagellazione
FLAGELLAZIONE (1700))
CADUTA DI GESU’ SOTTO LA CROCE (1700)
2 tele ad olio
La prima attribuita da alcuni critici a G. B. Lama, ma oggi - insieme alla seconda - ad Oronzo Malinconico
Quarta cappella a dx, pareti laterali
Continua a leggereCaduta di Gesù sotto la croce
FLAGELLAZIONE (1700))
CADUTA DI GESU’ SOTTO LA CROCE (1700)
2 tele ad olio
La prima attribuita da alcuni critici a G. B. Lama, ma oggi - insieme alla seconda - ad Oronzo Malinconico
Quarta cappella a dx, pareti laterali
Continua a leggereEstasi di S. Pasquale Baylon
ESTASI DI S. PASQUALE BAYLON (1760-65)
Olio su teladi Lorenzo De Caro (attivo a Napoli tra il 1740 ed il ’61)
Quinta cappella a dx Parete laterale
Nel linguaggio pittorico di questo artista è possibile ravvisare un collegamento con il percorso tardo-barocco dell’ultima fase di Francesco Solimena; ma la libertà cromatica ricorda la lezione di Luca Giordano ( come nella figura della Fede del quinto soprarco della navata dello stesso artista, anche qui l’interesse per il colore porta a collegamenti con la pittura veneta ); pur se in modo pacato, in questa tela traspare quell’interesse del De Caro per l’individuazione piuttosto realistica, che in altre opere diventa la ripresa di “ tipi ” popolari, che avvicinano il pittore alla produzione presepiale settecentesca napoletana o, addirittura alle indagini psicologiche di Gaspare Traversi.S. Antonio
S.ANTONIO ( prima metà del ‘600)
Olio su tela, attribuita a Paolo Finoglio ( Orta di Atella o Napoli 1590 – Conversano 1645 )- Seconda cappella a sn, sull’altare
Il pittore, di formazione tardo-manierista, fu spesso avvicinato a Battistello Caracciolo, con il quale aveva rapporti di familiarità. Nel suo linguaggio il naturalismo caravaggesco risulta moderato. Il contatto con altri artisti del panorama napoletano ( da Ribera a Stanzione, da Guarino ad Aniello Falcone) stimolò in lui una ricerca personale che, per certi versi, si avvicina a quella di Bernardo Cavallino: gusto per la materia preziosa, ricca gamma cromatica, gesti a volte retorici, linguaggio sensuoso. In quest’opera di soggetto sacro, però, tali caratteri risultano molto contenuti e prevale un evidente contrasto chiaroscurale e cromatico.Angelo Custode
ANGELO CUSTODE (1730-32)
Olio su tela- Giovan Battista Lama - Prima cappella a sinistra
Anche in quest’opera dell’artista più presente nella decorazione del Santuario, si può riscontrare quella consueta fusione tra la solidità dei soggetti desunta dal Solimena e la ricerca luministica e cromatica giordanesca, che si accorda ad una chiara eleganza formale e compositiva. Particolare risulta la scelta iconografica dell’angelo che protegge un bambino, il quale si nasconde dietro la sua ala, per la presenza di una figura minacciosaMiracolo di S. Antonio
Dipinto ' Miracolo di S. Antonio' di ignoto napoletano del '700, seconda cappella a sinistra
' S. Nicola di Bari disputante' (1719) di Stefano de Liguoro
Statue lignee San Raffaele Arcangelo e Tobiolo (1859) di F.Citarelli
Tamburo della cupola con affreschi e finestroni della Cesarea
Fonte battesimale della Cesarea
Decorazione a stucco lumeggiato
Altare barocco in marmi policromi
Statua lignea di Sant'Anna e Madonna bambina
Beato Antonio
Beato Francesco
BEATO FRANCESCO( dell’Ordine dei Serviti) (1690)
Busto lignero
di Gaetano Patalano ( documentato a Napoli dal 1680 al 1699)
Quinta cappella a sn., pareti laterali
Continua a leggereScultura lignea
Scultura lignea di ignoto scultore tardo-barocco della Madonna giovanetta, nella Cappella di S. Anna