Evoluzione Urbanistica
Evoluzione urbanistica
La pianta illustra i primi nuclei di fondazione della città (Palepolis - VII sec. a. C. e Neapolis - V sec. a. C., in cui è ben evidenziato il tracciato ortogonale ippodameo) e lo sviluppo della città in età imperiale fino all’XI secolo; l’espansione avviene verso sud e verso ovest per la presenza di paludi nell’area orientale.
Via Antiniana
Evoluzione urbanistica
La via Antiniana o per colles, partendo da piazza San Domenico, si arrampicava al Vomero seguendo salita Tarsia, via Salvator Rosa (l’Infrascata), via Conte della Cerra, proseguiva per Antignano e via Belvedere e discendeva poi per la Canzanella fino a via Terracina.
Pianta del Lafrery
Evoluzione urbanistica
Nella seconda metà del Cinquecento, per il notevole incremento demografico dovuto all’esodo dalle campagne, lo sviluppo dei borghi suburbani si fece sempre più consistente, provocando l’emanazione di una serie di “Prammatiche Sanzioni” intese a contenere rigorosamente l’espansione extraurbana. Nella pianta del Lafrery del 1566 appare chiaramente il contrasto tra la rigorosa maglia ortogonale greco-romana e lo sviluppo poco organico dei borghi, dovuto proprio al divieto a costruire extra moenia, mancando, così, ogni possibilità di orientare e controllare l’espansione edilizia.
Veduta Baratta
Evoluzione urbanistica
Nella veduta Baratta (1629), qui nella sua riedizione del 1670, il punto di osservazione è posto idealmente al centro del golfo in asse con il Castel Sant’Elmo e mostra la città in tutto il suo sviluppo, da Poggioreale a Posillipo fino alla zona flegrea. L’attuale via Salvator Rosa ripercorre il tracciato dell’antica via Antiniana, di epoca romana, che assicurava, insieme alla via per Cryptam, il collegamento tra Napoli e Pozzuoli. In questa veduta del Baratta si nota come la città fosse ormai largamente urbanizzata anche nelle aree extra moenia.
Veduta Baratta
Dopo la fase iniziale dell’insediamento delle famiglie nobili, seguì una trasformazione conventuale dell’area che oggi corrisponde al quartiere Avvocata. Nel particolare della pianta del Baratta si può vedere la concentrazione di monasteri e chiese lungo salita Pontecorvo e via Salvator Rosa. Si distingue la chiesa e il convento di Gesù e Maria (B) e il complesso di Santa Maria della Pazienza (A) con annesso un ospedale per convalescenti.
Pianta del Lafrery
Analizzando la pianta del Lafrery del 1566, si possono individuare la salita Tarsia e quella del Cavone, mentre Pontecorvo era probabilmente solo un sentiero, e sarebbe stato sistemato più tardi col sorgere di nuovi palazzi dei Pontecorvo, dei Giglio e dei Coppola; rappresentava, infatti, un luogo ideale dove installare nuove dimore.
Continua a leggerePalazzo Spinelli
Palazzo Spinelli
Un esempio importante di palazzo nobiliare è Palazzo Spinelli. All’inizio del Seicento fu venduto ad un gruppo di suore, le quali lo trasformarono in un monastero (primo palazzo). Dopo un secolo o più il principe Ferdinando Vincenzo Spinelli affidò il rifacimento del precedente palazzo all’architetto Domenico Antonio Vaccaro nel 1730 circa. Quest’ultimo progettò uno spazio scenografico verificabile in una incisone su rame del 1739, che mostra come la costruzione rappresentasse il massimo virtuosismo del rococò napoletano . Continua a leggere
Palazzo Spinelli
Palazzo Spinelli
D.A. Vaccaro - Prospetto del Palazzo Spinelli, incisione su rame. 1739
Palazzo Spinelli
Palazzo Spinelli
Araucaria
Esempio di Araucaria in uno dei giardini alle spalle del Fondaco Perrone, in salita Tarsia numero 30.La conifera, originaria dell'America Meridionale, faceva parte dell'orto di piante esotiche del Cavaliere Poli, sistemato alla fine del '700
Parco Ventaglieri
Interno di Parco Ventaglieri
Veduta dal Museo Nitsch
Veduta dal Museo Nitsch
Parco Ventaglieri
Cortile interno di un edificio settecentesco in Salita Tarsia
Cortile interno di un edificio settecentesco in Salita Tarsia
Corpo scala di un edificio settecentesco in Salita Tarsia
Corpo scala di un edificio settecentesco in Salita Tarsia
Chiesa di San Giuseppe delle Scalze in Salita Pontecorvo
Cortile interno di un edificio settecentesco in Salita Pontecorvo
Chiesa della Purità de’ Notai
Chiesa della Purità de’ Notai
Via Salvator Rosa, anticamente chiamata “strada Infrascata”, nella sua parte più alta andando verso il Vomero, dopo la diramazione di Via Girolamo Santacroce, è stata interessata negli ultimi anni dalla realizzazione di fermate della metropolitana collinare, subendo una risistemazione generale [...].Fra le preesistenze del tratto di Via Salvator Rosa di cui stiamo parlando, vogliamo qui ricordare un vero gioiello dell’architettura sacra, di piccole dimensioni ma di non trascurabile rilevanza storica e artistica.
Continua a leggereMetropolitana Salvator Rosa - Ingresso a monte - Atelier Mendini, 2001 - Marmi dorati, guglia in vetro colorato e acciaio
Leggi la pubblicazione 'I Binari dell'arte'
“La modernità è il transitorio, il fuggitivo, il contingente, la metà dell’arte, per cui l’altra metà è l’eterno e l’immutabile. Esiste una modernità per ogni pittore antico” (Baudelaire, Curiosità Estetiche).
In tal senso le opere nel metrò di Napoli sono moderne e nello stesso tempo antiche, in quanto l’artista adotta l’itinerario strutturale del percorso abitato da entrambe le dimensioni, il transito e la sosta. Nel transito lo spettatore consuma il fuggevole, quel tempo necessario per spostarsi da un punto all’altro del percorso. Nella sosta egli sviluppa il piacere estetico di un incontro con l’arte e una sorpresa per lo sguardo. Entrambe le dimensioni fondano un vero e proprio museo obbligatorio.
Achille Bonito OlivaMetropolitana Salvator Rosa
Stazione della metropolitana: ingresso a valle. Atelier Mendini, 2002
Guglia in vetro colorato ed acciaioMosaico in vetricolor
R. Barisani, Origine, 2000, Mosaico in vetricolor
Volo di Icaro
M.Rotella, 2000, Il volo di Icaro. Mosaico in vetricolor
Il treno che parte dall'isola
G. Pisani, 2000, Il treno che parte dall'isola. Mosaico in vetricolor
Scultura ludica
M. Paladino, Scultura ludica, 2000, Acciaio Corten
Filosofia - Diderot
E. Tatafiore, Filosofia - Diderot, 2000, Mosaico in vetri color
Senza titolo
M. Paladino, 2000, senza titolo, tecnica mista
Scultura ludica
S. Paladino, scultura ludica, acciaio corten placcato, 2001
Senza titolo
M. Paladino, Senza titolo, 2001, mosaico in marmo e vetro, particolare merlo, schegge di luce
Frontespizio edificio
Frontespizio dell'edificio in cui visse il poeta Giovanni Caputo
Senza titolo
M. Paladino, Senza titolo, 2001, mosaico in marmo e vetro, particolare sfera dorata, schegge di luce
Senza titolo
E. Cucchi, Senza titolo, 2002, Maiolica (Vesuvio, teschi, cerchio)
Napoli città madre
Ugo Marano, Napoli città madre, 2002, ceramica